Google Web Stories, cosa sono

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Cosa sono le Google Web Stories

Ragazzi, non sottovalutate la rivoluzione dei contenuti apportata dalle Google Web Stories. Un nuovo standard significa anche una distesa di opportunità incredibili per chi crea contenuti. Perché ancora una volta, arrivare prima degli altri, conviene. Ma vediamo prima, nel dettaglio, cosa sono queste Google Web Stories.

Quando si parla di “stories” oggi la prima cosa che viene in mente è sicuramente le infinite quantità di video, immagini, musica e testi che ogni giorno passano davanti ai nostri occhi quando siamo con gli smartphone in mano. Che siano veloci recensioni di qualche prodotto, l’ultimo ritrovato in fatto di make-up, il nostro amico/a che “spacchetta” il suo ultimo acquisto oppure le riprese del piatto in quel ristorante figo dove ancora tu non sei riuscito a prenotare, molto probabilmente stiamo visualizzando delle “stories” all’interno di un social. Ma oltre a Facebook e Instagram, le cui stories sono quelle più famose, oggi vogliamo parlarvi delle Google Web Stories, cosa sono e dove vengono mostrate.

Cosa sono le Google Web Stories

Cosa sono le Google Web Stories

Ma cos’è di fatto una story? In poche parole una storia è una breve raccolta di pagine formate da testo, video, immagini e suoni: l’utente può fruire dell’intera sequenza delle schermate semplicemente con un click.
Per chi non lo sapesse, le stories sono nate con Snapchat, ma si sono diffuse in tutto il globo tramite Instagram.
Di base le Google Web stories nascono con lo stesso principio e scopo di quelle che siamo abituati a vedere sia su Instagram che su Facebook, la grande differenza è appunto che non sono promossa da un social, bensì da Google, e questo porta con sé varie caratteristiche cha vanno prese in considerazioni.

Citando le parole del sito di Google dedicato agli sviluppatori le Google web stories possono essere definite come: “un popolare formato che unisce video, audio, immagini, animazione e testo per creare un’esperienza di consumo dinamico. Questo formato visivo consente di esplorare i contenuti al proprio ritmo toccandoli e scorrendoli”.

Quindi siamo di fronte ad un contenuto multimediale che, riuscendo a mettere insieme più formati, si basa sul raccontare e coinvolgere direttamente l’utente che sceglie di passare da una storia all’altra. Il formato viene definito popolare poiché è utilizzato quello verticale, tipico della fruizione dei contenuti da smartphone.
Ma quindi sono identiche alle stories di Instagram? Se questa è la prima domanda che vi siete posti, vi diciamo che anche se in effetti si somigliano molto, come accennato sopra, Big G. non è un social, e quindi delle differenze ci sono. Vediamo quali.

Google Web Stories: le caratteristiche

Una delle principali differenze fra le stories dei social e quelle di Google è che queste ultime sono basate sulla tecnologia AMP (Accelerated Mobile Pages), nata per incrementare la velocità di apertura delle pagine web sui dispositivi mobili (ormai si accede ai siti prevalentemente dagli smartphone). Senza entrare nel tecnico, Google crea una copia delle pagine web nella cache dei suoi server e chi visita il sito da mobile viene indirizzato sul server di Google più vicino. Questo significa che l’utente in realtà non visiterà propriamente il sito ma una pagina AMP ospitata dal motore di ricerca. Questa tecnologia era stata pensata in origine per gli editori, per offrire una nuova esperienza ottimizzata per la fruizione dei contenuti ai propri lettori direttamente sul sito web, senza il bisogno di scaricare ulteriori applicazioni.


Se agli occhi di un utente una Google web story ha lo stesso aspetto di una story su Instagram, dal punto di vista del creatore è ben differente.
Come prima cosa si può pubblicare la propria storia sul proprio sito ed essere indicizzati in Google, infatti ogni Google web story ha un proprio URL che consente di farsi trovare sul motore di ricerca inoltre possono essere condivise al di fuori del contenitore in cui si trovano, cosa che non accade con le stories dei social che sono chiuse nel loro ambiente.
Un’altra funzione utile è la possibilità di inserire una call to action, un invito all’azione, su qualsiasi pagina delle storie per mandare gli utenti al proprio sito web o ai propri prodotti in un e-commerce.

A differenza delle stories che siamo abituati a vedere sui social, le Google web stories non hanno una scadenza. Per questo lavorare sui contenuti in ottica SEO ha più senso per far sì che le proprie web stories vengano trovate, anche a distanza di qualche tempo.  

Come e perché utilizzare le Google web stories

Dopo questa veloce panoramica sulle caratteristiche delle Google web stories, si può ben comprendere come esse siano un ottimo veicolo per portare traffico verso il proprio sito, si possono visualizzare anche da desktop a tutto schermo, e quindi sicuramente può valere la pena investire su questa nuova tipologia di servizio offerto da Google. Ma per poter farne uso occorre seguire alcuni piccoli accorgimenti:

  • il testo deve essere compreso fra le 24 e le 200 battute (spazi inclusi) e ogni web story deve avere un minimo di 4 pagine e un massimo di 30;
  • ogni web story deve avere un tema e una struttura narrativa, un minimo di storytelling per coinvolgere l’utente fino alla fine. Senza queste caratteristiche la story non viene mostrata nei risultati di ricerca;
  • non utilizzare risorse di scarsa qualità: video e immagini non devono essere sgranati
  • la lunghezza dei video consigliata è compresa fra i 15 e i 60 secondi
  • è bene inserire il logo e alcune informazioni su chi pubblica e un titolo
  • ogni story dovrebbe avere una call to action, può essere posizionata alla fine o anche durante le varie pagine.

Infine, cosa molto importante, le web stories devono necessariamente avere un inizio e una fine. Google non accetta il racconto parziale della storia per invogliare l’utente a cliccare altrove per avere la completezza delle informazioni.

Per chi utilizza WordPress è stato rilasciato il plugin ufficiale Web Stories che permette di creare una web story da zero. Il plugin dispone di una dashboard molto intuitiva dove si possono aggiungere tutti gli elementi multimediali di cui si ha bisogno, compresi i testi, con stili e aspetti personalizzabili.

Conclusioni

Le Google web stories vengono mostrate direttamente nel motore di ricerca, nelle immagini e in Discover sullo smartphone. Esiste anche una visualizzazione a carosello su Discover.
In Italia attualmente le Google web stories non sono molto utilizzate dagli editori e ciò evidentemente crea del margine di vantaggio per chi inizierà ad utilizzarle quanto prima.
Utilizzare le Google web stories fornisce sicuramente una marcia in più rispetto a chi non lo fa, visto che questi contenuti vengono meglio messi in evidenza sia nel motore di ricerca sia su Discover, generando migliaia e migliaia di click.

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